Saturday, May 5, 2007

MAMMA TV




La Nazione: 4 gennaio 2004


CINQUANTI ANNI DI TV

Quando un elettrodomestico può peggiorare la vita
Roberto Pazzi

La Rai compie cinquant’anni ed è naturale interrogarsi su come abbia segnato la nostra vita. Della tv in assoluto non si può parlare male, è come la scoperta della stampa, il telefono, la radio, il computer. La tv ci somiglia, per questo se ne potrà parlare male e bene solo relativamente a l’uso che se ne fa, come le persone fanno buono e cattivo uso dell’intelligenza. E’ vero che ha unificato l’Italia, e ci ha costretto all’ascolto, il sud in diretta col nord, le isole in diretta con Milano, Palermo con Venezia.

Con conseguenza di unificazione linguistica decisiva. E’ vero che limita la solitudine: penso ai vecchi, che possono ancora seguire la vita e sentirsene parte, non potendo più uscire di casa. Ed è vero che tiene in osmosi il mondo, in un lampo comunicando quel che avviene a migliaia di chilometri. Ma quali danni però ha anche causato questo meraviglioso strumento.

Per prima – letale nei bambini e nei giovani – ha incrementato una passività dell’intelligenza che abbassa la funzione critica e tende a livellare le teste, facendone uomo massa, sotto la calda coperta del consenso generale. Quando si legge un libro si è invece registi, attori, costumisti, tecnici del suono, scenografi, sceneggiatori, di tutta la scena che si immagina, veri protagonisti attivi della visione accesa dalla lettura, che stimola la fantasia e fa crescere la persona. Le leggi del mercato hanno peggiorato il livellamento, con la tirannia dell’audience che, per strappare spettatori alla concorrenza, punta sui più volgari istinti relegando programmi intelligenti a orari di scarso ascolto. Così è nata la peste del voyeurismo, con il Grande Fratello, che ha messo in vena quel che nostra madre ci aveva insegnato essere un male, spiare l’intimità sessuale altrui, oggi diventato tendenza diffusa della peggior tv. Come non rammentare le terribili verità del romanzo di Ray Bradbury, “Fahrenheit 451”, amplificate dal bel film di Truffaut?

La minaccia sempre incombente dell’uso della tv è quella di mangiarci il cervello, quando diventi strumento di fatto prevalente, tanto da diventare telecrazia, e cioè dominio di un possibile regime che abbia interesse a farci pensare sempre meno, a furia di partite di calcio, spiate di Grande Fratello, quiz idioti di intrattenitori nazionali popolari, esibizioni di giovani vallette decerebrate, lotterie rallegrate da buffoni, nani e ballerine. Fino ad arrivare a minacciare di morte che ancora tenga in casa libri da leggere invece di succhiare il seno di mamma tv.

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